Sydney
22 07 2010È da un bel po’ che volevo raccontarmi del mio fine settimana a Sydney lo scorso novembre. Non che ci sia andato apposta per passarci due giorni, ma trovandomici per lavoro, e dovendo proseguire per altri appuntamenti verso la Nuova Zelanda, il dubbio era se trascorrere il weekend a Sydney o ad Auckland. Ho scelto Sydney, soprattutto perché ci ero già stato altre due volte per lavoro, ma non ero ancora riuscito a farmene bene un’idea. Ed ecco cosa ne è venuto fuori.
1. Sydney Harbour
La baia di Sydney, conosciuta anche come Port Jackson, è l’anima della città, quello che la rende così affascinante e piacevole, col suo intrico di spiagge, baie, insenature, isole e parchi che appaiono improvvisamente a poche decine di metri dai grattacieli e dai palazzi della metropoli australiana. Il mio consiglio è quello di godersela andando verso le spiagge di Manly, con uno dei battelli del sistema di trasporti pubblici della città.
2. Sydney Opera House
La fantasmagorica creazione dell’architetto danese Jørn Utzon è il simbolo per antonomasia della città. Da vedere due volte: da lontano, da uno dei battelli che solcano il porto, e da vicino, per ammirarne i contrasti e i giochi di luce. Altamente consigliato il tour guidato, che permette di visitare quasi tutti i teatri contenuti all’interno e di conoscerne la faticosa realizzazione e la straordinaria statica.
3. Darlinghurst
Su Oxford Street si susseguono cinema, bar, locali, librerie, negozi di abbigliamento made in Australia: Darlinghurst (o Darlo, come viene soprannominata dai Sydneysiders), cuore della comunità gay della città, offre una vita notturna e diurna decisamente movimentata. Io ci sono stato per due sere di seguito, facendo shopping di costumi da bagno e le cartoline irriverenti di Dean Morris (Go Green!), cenando macrobiotico, andando al cinema, e terminando il tutto con un caffè da Berkelouw Books dopo aver naturalmente fatto incetta di libri e ricettari.
4. Le spiagge di Manly
Non ce l’ho fatta a resistere… La possibilità di stendersi su una spiaggia di sabbia bianca, sotto il sole cocente di un principio d’estate australiana, sapendo che in Italia si gelava in un novembre particolarmente rigido, è stata impagabile. Sul Corso ho fatto un po’ d’acquisti: un telo con la bandiera australiana e un paio di pantaloncini da spiaggia di The Earth Collection mi hanno permesso di arrivare equipaggiato all’appuntamento col solleone australe. Poi, per rinfrancarmi, un bel centrifugato e un hamburger vegetale da Pure Wholefoods, dove ho fatto anche incetta di prodotti della Orgran e, soprattutto, di crema di macadamia.
5. Delizie vegan
Vi pare che non avrei provato un bel po’ di posti? Dalle squisitezze macrobiotiche di Iku Wholefoods, catena esclusivamente locale sparsa un po’ ovunque in città, agli yum cha di Bodhi, al cibo rustico di Badde Manors, alle carni vegetali di Vina per terminare con le colazioni australiane di Naked Espresso.
6. Vita notturna
Non molta, per la verità, non è che ami farla da solo! Quindi, a parte cinema e cene, ho voluto almeno provare i cocktail di frutta grigliata di Zeta, un locale molto trendy sopra il Sydney Hilton. Ma bere da solo non è il massimo e, dato che non mi interessava più di tanto tessere relazioni sociali con stuoli di avvocatesse e giornaliste single, me ne sono poi andato per godermi il centro a piedi, con la strana sensazione delle luminarie natalizie con temperature estive.
7. In vino veritas
E non dimentichiamoci che l’Australia sta producendo davvero dei vini di alta qualità e sempre più interessanti. Quindi un salto all’Australian Wine Centre è d’obbligo, per capirne di più (il personale è molto competente e disponibile), e per acquistare un paio di bottiglie da mettere, ben protette, in valigia. In attesa di un giorno tornare (in vacanza!) e vagare nella Wine Valley intorno a Melbourne…
La mappa di Sydney del Cucchiaio di Legno
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Categorie : Australia, Sydney