Il Margutta RistorArte
21 05 2011Che fare se, atterrati a Fiumicino di sabato mattina presto, scoprite che la vostra coincidenza per Osaka è stata ritardata di ben otto ore? E che quindi dovrete trascorrere mezza giornata in aeroporto? Sinceramente io non avrei nessuna voglia di starmene rinchiuso fra annunci, aria condizionata e negozi senza luce o peggio ancora nella lounge Alitalia semiaddormentato sui divanetti. Breve telefonata a un carissimo amico romano (“Luca, sei libero oggi pomeriggio? Ti va un caffè in centro?” “Eh?” “Sì, sono bloccato a Fiumicino…”), accordi presi per vedersi in Piazza del Popolo subito dopo pranzo, non resta che lasciare il bagaglio a mano al deposito, prendere il treno per Termini e decidere dove andare a pranzare.
Roma sta diventando una città molto stimolante dal punto di vista vegetariano-vegan, con tanti nuovi indirizzi che stanno arricchendo l’offerta gastronomica della capitale. Ma uno dei ristoranti vegetariani storici, Il Margutta, è sempre un piacevole appuntamento quando capito in città (purtroppo sempre di corsa). L’ho sempre però provato solo a pranzo, quando offre un menù fisso a buffet, mai a cena, e il loro menù vegan serale è ancora nei miei sogni da realizzare. In ogni caso, in questa particolare occasione, arrivato in centro, mi dirigo a colpo sicuro verso Piazza di Spagna e imbocco poi Via Margutta, per arrivare al ristorante: gremito, come al solito, per il brunch del fine settimana, resto in attesa di essere condotto a un tavolo, quando intravedo, nella coda, altri due miei amici, Marco e Roberta (all’epoca a Roma, ora vivono altrove), anche loro in attesa. Stupore generale, scena da “Carramba, che sorpresa”, ci sistemiamo poi insieme a tavola per spostarci verso il buffet.
Del Margutta ne avevo già parlato in uno dei primissimi post del blog, quasi cinque anni orsono, e il sistema è sempre uguale: brunch a 15 euro, comprensivo di tris a scelta, zuppa, dolce, macedonia, acqua, pane e succo di frutta. Poca scelta per la verità per chi è vegan, ma i camerieri sono comunque solitamente gentili e sapranno indicarvi quali dei piatti esposti sono senza latticini e uova.
Zuppa di cereali e legumi abbondante e buona, per quanto riguarda il tris non una scelta eccezionale, ma tra verdure crude e cotte, varie varietà di legumi e pasta non si rischia di rimanere a stomaco vuoto. Male ci va invece questa volta per il dessert, dato che nessun dolce presente era adatto alle nostre richieste. Altre volte in cui ci sono stato invece ho sempre trovato qualcosa senza ingredienti di origine animale, solitamente lo strudel o una sfoglia di frutta. Pazienza, sarà per la prossima volta…
Più che per l’esperienza culinaria in sé, il locale colpisce per la sua eleganza e originalità: una pecca di diversi ristoranti vegetariani è quella a volte di essere poco originali e a volte troppo “austeri”, risultando alla fine poco invitanti per un pubblico curioso o potenzialmente interessato alla scelta vegetariana, ma che può risultare frenato anche dal rigore nella cucina e nell’arredamento. Non è sicuramente il caso del Margutta, che vanta anche esposizioni artistiche e spazi piacevoli e confortevoli. Il locale è inoltre molto attivo come galleria d’arte.
Giudizio senz’altro positivo, soprattutto per l’ambiente, ma conto in ogni caso di ritornarci di sera per poter esprimere un parere più completo sulla cucina che, leggo e sento un po’ ovunque, sembra essere di eccellente qualità.
Il Margutta RistorArte Via Margutta 118 00187 Roma Metro: Flaminio Piazza del Popolo Tel. 06 3265 0577 Google Maps Cucina: vegetariana e vegan, mediterranea, italiana |
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