Vienna
3 03 2011(Articolo dedicato a Grazia, un’altra amante della città, che ci ha anche vissuto, per i numerosi consigli fornitimi prima di partire)
Vienna suscita pareri contrastanti. C’è chi ne è fortemente attratto, e forse anche innamorato, e chi invece la considera una città poco stimolante, cristallizzatasi sulle sue antiche glorie dopo il crollo dell’impero, più adatta a turisti in pensione. Io ricado pienamente nel primo gruppo. Verliebt in Wien, senza alcun dubbio.
E cogliendo l’occasione di un fine settimana allungato d’inizio primavera, l’anno scorso ci ho portato mia madre. Due giorni pieni per girarla, sebbene a ritmi un po’ più tranquilli di quelli a cui sono abituato, data la presenza di mammà (mica potevo stremarla!). E due giorni purtroppo dal tempo un po’ infame: pioggia e freddo polare. Ma anche questo è il fascino di Vienna.
Prima tappa del nostro giro è stata naturalmente il suo cuore, Stephansplatz, con il simbolo per eccellenza della capitale austriaca, lo Stephansdom, chiamato affettuosamente Steffl dai viennesi. Bellissimo dall’esterno, con il suo tetto in tegole colorato, è ancora più sorprendente all’interno. E nonostante la mia proverbiale paura dell’altezza, ci siamo spinti su per la torre nord per una vista ravvicinata dell’aquila asburgica sul tetto (io ero saldamente aggrappato alla ringhiera dell’iperprotetto balcone panoramico).
Dopo tanto penare, facciamo una visita da Manner, storico produttore dei Neapolitaner Schnitten (i “tagli napoletani”, ovvero i wafer ripieni di crema) nel suo negozio rosa pesca. Ebbene sì, quelli base tradizionali, ripieni di crema alla nocciola, sono vegani! Non rimane che fare rifornimento, acquistandoli nella loro scatola di latta, sempre rosa pesca, con tanto di Stephansdom disegnato sopra.
Giù poi per la Kärntnerstraße fino al Ring, con sosta in due caffè storici della città (può mancare una visita a qualche leggendaria caffetteria viennese?): Aida, con i suoi arredi rosa e marrone e il Café Sacher, gremito all’inverosimile, bellissimo all’interno, ma deludente per quella che dovrebbe essere la sua specialità conosciuta in tutto il mondo, la Sachertorte che, a detta di mia madre (io non l’ho ordinata, non essendo vegana) non era eccezionale, anzi pure piuttosto duretta (“meglio quella che fate voi vegani” sussura l’italica genitrice, e come darle torto – soprattutto poi quello squallido riccio di panna industriale messo di fianco…).
Sulla Ringstraße d’obbligo salire sul tram n. 1 (o n. 2) che gira intorno all’Innere Stadt, il centro storico di Vienna, da cui è possibile ammirare alcuni dei palazzi più belli della città.
Di domenica Vienna è una città pigra, sonnacchiosa, poco incline alla frenesia di Londra o Berlino. Ed è nel Quartiere Ebraico intorno a Judenplatz, che iniziamo il nostro giro mattutino, piazza barocca con al centro il monolitico Holocaust-Denkmal, monumento che rende omaggio ai 65.000 ebrei austriaci morti nella Shoah. Sul lato nord della piazza la splendida Böhmische Hofkanzlei, l’ex cancelleria boema opera di Fischer von Erlach. E sempre sulla piazza, si scende nei settorranei del Museum Judenplatz, dove si cammina fra i resti della sinagoga medievale che un tempo vi sorgeva.
E dopo un breve giro nelle vie circostanti, ci attende uno dei pochi locali aperti la domenica, il Bio Bar von Antun, ristorante vegano molto piacevole gestito da una coppia serba di mezza età. Qui in zona un altro ristorante in cui siamo andati a cena, Wrenkh, ristorante biologico molto bello ma con un servizio non proprio all’altezza, purtroppo (e con poca scelta vegan).
A causa del tempo avverso, come dicevo, non abbiamo potuto girare molto all’esterno. Meta di un’altra mezza giornata di visite è stato quindi il quartiere di Wieden, e in particolare la Karlsplatz, dove ci siamo dedicati al Wienmuseum, museo della storia della città, dove mia madre si è particolarmente appassionata della grottesca storia d’amore tra lo sciagurato Franz Grillparzer e Katharina Fröhlich. Sempre sulla piazza, la più bella chiesa barocca di Vienna, la Karlskirche, dedicata a san Carlo Borromeo, e opera sempre del von Erlach. Da non perdere l’ascesa alla cupola in ascensore (sempre per sfidare le mie ansie dell’altezza!).
Il commiato da Vienna è con la pioggia, e prima di andare in aeroporto per il rientro, andiamo a pranzo da Landia, locale consigliatomi da Grazia (sì, sono pazzi, avevi ragione). Gentili e fuori di testa, abbiamo mangiato molto bene, e abbiamo anche sventato un incendio quando un’enorme fiammata si è levata dalla cucina a vista. Nessun ferito, nessun danno, solo una fantastica puzza di olio fritto che si è impregnata sui nostri vestiti pochi minuti prima di andarcene in aeroporto. Auf Wiedersehen!
BIO BAR VON ANTUN
A volte, purtroppo, quando si gira e si va a pranzo o cena in qualche ristorante vegetariano, capita di trovare piatti un po’ troppo standardizzati, simili un po’ ovunque, che si rifanno spesso a una concezione salutistico-macrobiotica, sicuramente positiva, ma alla lunga un po’ spersonalizzante. Sarebbe invece piacevole trovare più spesso rivisitazioni in chiave etica di piatti locali. Al Bio Bar von Antun per fortuna si mangia come in un vero Beisl viennese.
Il locale, di chiara impronta animalista, è ospitato in un bel palazzo del XV secolo di fianco a Judenplatz e, nonostante i proprietari siano serbi (“bio bar di Antun”, no?), ha una forte impronta austriaca. Il servizio è gentile e discreto, ma nel contempo veloce e preciso.
Il pane è quello della tradizione germanica, soffice e appetitoso, arricchito da semi vari. Come inizio, optiamo per una vellutata di sedano rapa, corroborante e profumata.
Non può poi mancare un lungo elenco di salsicce e wurstel vegetali: la salsiccia di glutine e lenticchie è strepitosa, ma altrettanto validi i wurstel viennesi, con contorno di insalata mista e patate arrosto.
Nota un po’ deludente il dessert. Ci viene consigliata una torta-budino di cioccolato con base di biscotto che purtroppo non mi convince. In una delle città simbolo della pasticceria mondiale mi sarei forse aspettato qualche esperimento più interessante.
L’elemento positivo del locale è quello di essere aperto a pranzo e cena tutti i giorni della settimana. Un luogo sicuro quindi per visitatori affamati!
Bio Bar von Antun Drahtgasse 3 1010 Wien Tel. +43-1-9689351 Google Maps Cucina: vegetariana, vegana, austriaca |
Categorie : Austria, Vienna