Seigen’in
25 05 2010Dopo aver chinato la testa per passare attraverso l’ingresso, ecco ci si ritrova in un rigoglioso giardino. Seguendo un sentiero acciottolato, scavalcando un piccolo ponticello, fermandosi a contemplare uno scorcio particolare, si arriva al ristorante, una casa tradizionale. Si depositano le scarpe sul genkan esterno, si fa scorrere la porta a pannelli, e ci si ritrova in una tipica stanza giapponese, apparentemente spoglia e disadorna, ma piacevole e accogliente.
Si prende quindi posto sul tatami, sedendosi su ampi cuscini, vicino a un basso tavolino con un braciere nel mezzo. Tutto intorno corrono i pannelli di legno e vetro che danno sul giardino. Giardino che, come ogni spazio verde a Kyoto, muta i suoi colori a seconda delle stagioni: verde brillante d’estate, giallo e rosso d’autunno. E mentre si sorseggia una tazza di tè bancha, si ordina la specialità della casa: lo yūdōfu, il tofu bollito nella tipica nabe (pentola) di ceramica.
Due le opzioni disponibili: il semplice yūdōfu, tofu vellutato bollito in brodo vegetale con radici e foglie verdi di stagione e stelline di fu (glutine), oppure l’intero menù shōjin, un pasto buddhista zen, in cui il tofu bollito è accompagnato da tanti assaggi che dimostrano la maestria e la manualità della cucina nipponica, e in cui non mancano mai riso al vapore, insalatini, tofu di sesamo (gomadōfu) e verdure di stagione.
Si pranza con tranquillità, senza fretta. Nessuno verrà a pressarvi per lasciare libero il vostro tavolo, anzi: lo scopo principale è proprio quello di rilassarsi e di meditare sullo scorrere del tempo e delle stagioni. Non resta quindi che godersi il pasto, sintesi perfetta del buddhismo zen.
Seigen’in Cucina: shōjin ryōri (cucina tradizionale zen vegana) Indirizzo in giapponese |
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